Maurizio Gasparri denuncia la politicizzazione della magistratura e ribadisce come Berlusconi avesse avuto ragione sulle “toghe rosse”.
Maurizio Gasparri, in una recente intervista a Il Tempo, ha espresso critiche durissime contro le “toghe rosse“, definendo la situazione attuale come “un’azione eversiva” da parte di alcuni esponenti della magistratura.
Ha anche ribadito come Silvio Berlusconi avesse ragione nel denunciare il fenomeno. “L’emergenza relativa alla magistratura è oggi molto più grave di allora“, ha dichiarato.
Gasparri e la profezia di Silvio Berlusconi sulle “toghe rosse”
Gasparri non ha dubbi: l’attacco alla politica da parte della magistratura non era un’ossessione personale di Silvio Berlusconi, ma una realtà sistematica.
“Il problema non era Berlusconi, non vi era cioè una sorta di attacco personale. Altrimenti, dopo la sua morte, si sarebbe esaurito in modo naturale. Al contrario, siamo di fronte ad un autentico stato di eversione,” ha affermato.
Le parole del senatore riflettono una visione che in Forza Italia è condivisa da anni: l’idea che una parte della magistratura, spesso riconducibile a Magistratura Democratica, non si limiti ad applicare la legge, ma si impegni in un vero e proprio progetto politico.
L’esponente di FI ha citato il caso di Lucano, ex sindaco di Riace, come esempio emblematico. “Tra l’altro vorrei ricordare come Lucano sia stato condannato, anche se con pena ridotta. È una pièce teatrale, che finisce (per loro) in gloria: Lucano, grazie alla pubblicità della vicenda Riace, è stato eletto in Parlamento Europeo, insieme ad Ilaria Salis,” ha commentato.
Ha poi sottolineato la gravità delle dichiarazioni di alcuni magistrati, come quelle di un giudice di Bologna che, parlando di un decreto legge, ha fatto paragoni estremi con la Germania nazista. “C’è una vera e propria offensiva politica ed io non ho intenzione di restare in silenzio,” ha denunciato.
L’intervento di Nordio e le riforme necessarie
Un altro tema affrontato dal senatore riguarda le recenti dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha criticato il cosiddetto “diritto creativo“.
Gasparri ha sostenuto che non basta parlare di separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri: “Dovremmo pensare alla rifondazione delle carriere,” ha detto.
Per il senatore, il silenzio della maggior parte dei magistrati è un elemento altrettanto preoccupante. “Io non ce l’ho, in realtà, con i magistrati che fanno politica, ma con quelli, secondo alcuni il 90% dei togati, che non la fanno, ma stanno zitti. Ecco, restare in silenzio oggi non è più possibile” ha concluso.
Il senatore ha annunciato che porterà il tema in Aula: “Nelle prossime ore prenderò la parola in Aula e leggerò le pagine del Tempo“.